Bobo e il buco: che dice Maroni sul dissesto di Aler?

Aler maroni dragoni
Aler

Aler: “66 milioni di euro, misure per l’efficientamento del personale e ridurre la morosità dal 43% al 13%”. Sono queste le cifre del piano varato da Roberto Maroni per salvare Aler, il colosso che gestisce quasi 90 mila alloggi popolari. Ma i numeri di Aler raccontano un dissesto ben più grave: 345 milioni di mutui non pagati, 96 milioni di debiti verso fornitori e un miliardo e 200 milioni di euro che servirebbero per ristrutturare le case degradate. Andrea Casadio ha pizzicato il governatore e Giuliano Pisapia, chiedendo conto della malagestione del passato che ha creato una vera e propria emergenza abitativa e degli scenari futuri per l’ente pubblico lombardo.

I soldi ci sono?

L’editoriale di Gianni Dragoni. “Sui conti dissestati dell’Aler sono spuntati nel bilancio dei derivati che hanno provocato una perdita di 14 milioni di euro. Il doppio di quello che è il costo delle case inoccupate. In Italia manca da 30 anni un piano di edilizia economica e popolare. Perché non ci sono abbastanza soldi, si dice sempre. Eppure i soldi, a vedere il piano di Cottarelli rimasto nel cassetto, con una revisione della spesa si potrebbero trovare. 18 miliardi quest’anno e 34 miliardi l’anno prossimo. Quasi 700 milioni di euro si potrebbero recuperare a partire dal taglio dei “misteriosi” costi della politica”.

Casa popolare in Europa

“E quanto ha stanziato Mattero Renzi per le periferie? 200 milioni di euro per tre anni. L’Olanda è il paese in Europa con il maggior numero di case popolari in affitto. Sono il 32% del totale delle abitazioni. In Austria sono il 23%. In Svezia e in Inghilterra il 18%. In Italia invece sono solo il 5,3%. Escludendo i paesi dell’Est siamo per case popolari il fanalino di coda insieme a Portogallo, Spagna e Grecia”. L’analisi di Gianni Dragoni.