“Una situazione sempre più insostenibile e con gravi riflessi umanitari”. La Casa Bianca ha usato queste parole per definire la situazione in Libia. Ultimo approdo africano per i profughi che cercano di raggiungere l’Europa sfidando le acque del Mediterraneo. E mentre l’ONU lavora per la tregua fra le milizie libiche, il Califfato islamico di Abu Bakr Al-Baghdadi accresce ogni giorno la sua presenza anche grazie alle milizie pro-IS di transfughi egiziani.
Un Paese precipitato nel caos e attraversato dai flussi migratori dei profughi in fuga dalla guerra. E il Califfato mette in scena la sua propaganda dell’orrore. In questo video diffuso sui canali jihadisti vegnono mostrate due diverse esecuzioni. Sarebbero avvenute nelle provincie di Barqa e Fazzan, con 28 vittime fra i cristiani etiopi, etichettati come “membri di una Chiesa ostile”. Vestito nero, pistola in mano e accento statunitense, il boia dell’IS minaccia l’occidente prima della carneficina. “Vi troveremo ovunque, anche nelle vostre fortezze. Uccideremo gli uomini e renderemo schiave donne e bambini”.
Rula Jebreal spiega il caos in Libia
Parla la giornalista: “La situazione tra Libia e Siria è una situazione profondamente complessa e intrecciata. Il ruolo di Putin, quello che vorrebbe avesse Renzi, è molto complesso. Bisogna capire come Russia e nuova Libia potranno in futuro vivere insieme nello stesso mercato”.