Mafia Capitale, Carminati: “Miei soldi? Dal furto al caveau”

Carminati vs L'espresso mafia capitale
Carminati vs L'espresso

E’ scontro frontale nel processo di Mafia Capitale sulla ‘solidità’ delle prove che dimostrerebbero l’esistenza di un’organizzazione di stampo mafioso. E’ toccato allo stesso Carminati prendere la parola, in collegamento video dal carcere di Parma. Ha lanciato stoccate ai carabinieri del Ros che hanno condotto la fase embrionale dell’inchiesta sul ‘mondo di mezzo’ dal 2010.

Le dichiarazioni di Carminati

“E’ ovvio che è dal 2002 che proviene la mia disponibilità economica”, ha affermato l’ex esponente dei Nar. Che aggiunge: “Se c’erano tutti questi dubbi sulla mia partecipazione al colpo del caveau della Banca di Roma, all’interno del Tribunale di piazzale Clodio (avvenuto nel luglio del 1999, ndr) potevano dirlo subito così mi assolvevano invece di condannarmi”. E ancora: “C’erano tanti documenti in quel caveau, ma anche tanti soldi e io qualche soldo l’ho preso. Solo i carabinieri fanno finta di non capire da dove arrivi questa mia disponibilità economica, è ovvio”.

Carminati ha anche ammesso di aver incontrato alcuni poliziotti. “Li conoscevo perché erano gli stessi che facevano i controlli quando ero affidato ai servizi sociali sempre per la vicenda del caveau di piazzale Clodio. Erano due poliziotti del commissariato di Ponte Milvio. Io conosco benissimo tutti gli agenti di quel commissariato. Con questi due parlavo del più e del meno e non erano in grado di dirmi nulla di interessante, erano due disgraziati finiti loro malgrado in questa indagine. Che fossi indagato lo potevano leggere tutti, su tutti i giornali”.