Saccomanni può essere il nuovo presidente di Unicredit?

“Candidato ideale” per la presidenza. Si profila un conflitto d’interessi?

SACCOMANNI NUOVO PRESIDENTE DI UNICREDIT?

di Gianni Dragoni

C’è una novità riguardo alle banche. Fabrizio Saccomanni è entrato nel consiglio di amministrazione di Unicredit, una delle due maggiori banche italiane. Questo è solo il primo passo. Perché Saccomanni è destinato a un incarico più importante, infatti il consiglio di amministrazione di Unicredit lo ha indicato come “il candidato ideale” a diventare il prossimo presidente della banca, per “le esclusive qualità professionali”. Se tutto andrà come previsto Saccomanni sarà nominato presidente dall’assemblea dei soci quando scade l’attuale consiglio, ad aprile dell’anno prossimo.

Perché vi parlo di questa nomina? Perché Saccomanni si è occupato tutta la vita di banche. Ma stava dal’altra parte, al vertice delle istituzioni che devono vigilare sulle banche. È stato ministro dell’Economia nel governo di Enrico Letta, da fine aprile 2013 a febbraio 2014. Ma soprattutto è stato dirigente in Banca d’Italia, fino a diventare direttore generale. Saccomanni ha fatto carriera con il governatore Mario Draghi, oggi presidente della Bce. È la Bce che fa la vigilanza sulle banche più grandi, come Unicredit.

Saccomanni nuovo presidente di Unicredit?

Da ministro, Saccomanni ha partecipato al Consiglio europeo che ha approvato le norme sul bail in delle banche. Come sapete, questo accordo stabilisce che non saranno più gli Stati a pagare per il fallimento delle banche, ma i privati e i risparmiatori: le perdite colpiranno prima gli azionisti della banca fallita, poi gli obbligazionisti meno garantiti (i possessori di bond subordinati), quindi gli obbligazionisti più garantiti. Ma se questo non dovesse bastare alla fine pagheranno anche i conti correnti e i depositi sopra i 100mila euro.

Secondo la legge Frattini sul conflitto d’interessi, dopo un anno dalla fine di un incarico di governo un ex ministro è libero di assumere qualunque altro incarico, anche in società o banche. Da questo punto di vista pare non ci siano ostacoli a Saccomanni per diventare presidente di Unicredit.

Qui però è soprattutto il passato alla Banca d’Italia che pesa, il vigilante che diventa vigilato. Unicredit è una banca che ha avuto i suoi problemi negli ultimi anni, per rafforzare il patrimonio nei mesi scorsi ha chiesto 13 miliardi ai soci: è il più alto aumento di capitale mai realizzato in Italia. È giusto – secondo voi – che Saccomanni, grazie alle sue competenze e alla sua esperienza, faccia il presidente di Unicredit? O a causa del suo passato nella Banca d’Italia, autorità di vigilanza sulle banche, ci sarebbe comunque un conflitto d’interessi?