Volontario Sea Watch: “I migranti morivano e i libici ci ostacolavano”

Il racconto di Gennaro Giudetti e l'appello a Minniti

di Giulia Sabella

“I migranti morivano e i libici ci ostacolavano”, è un grido di aiuto quello di Gennaro Giudetti volontario della Ong Sea Watch. Il mediatore culturale a bordo della nave della Ong tedesca una settimana fa ha visto morire decine di migranti nel Mediterraneo. Era il 6 novembre quando, partecipando a un’operazione di salvataggio in mare a 30 miglia dalla Libia, ha avuto modo di vedere le violenze della guardia costiera libica contro i migranti. Come ha raccontato durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, l’Ong è riuscita a salvare 59 persone ma i dispersi sono stati quasi altrettanti.

Volontario Sea Watch: “Così ho visto morire i migranti in mare”

“C’era una donna alla sinistra del gommone che era distante e sono solo riuscito a sfiorarla – racconta Giudetti – alla destra c’erano altre tre donne che si sono aggrappate al mio braccio e non si sono più staccate. Non sapevo se lasciare le tre donne per salvare l’altra che stava affondando o salvare le tre che si erano già attaccate al braccio” Ai microfoni di MicheleSantoro.it, il giovane volontario confida: “Ho salvato le tre donne e ho visto di fronte a me l’altra che piano piano cadeva in acqua, scendeva sempre più giù. Ho visto le bolle e ho visto che questa donna non ce l’aveva più fatta e poco dopo tempo è riemersa galleggiando”.

Giudetti ha puntato il dito contro la guardia costiera libica, che non solo non si è coordinata con l’Ong Sea Watch, come richiesto dalla Marina Militare italiana,  ma ha anche lanciato degli oggetti contro i volontari che stavano soccorrendo le persone in acqua. Inoltre, i libici si sono allontanati trascinando un uomo che era rimasto incastrato ad una fune della loro nave. Il volontario ha anche lanciato un appello al ministro dell’Interno, Marco Minniti, affinché riveda l’accordo con la Libia e il sistema di accoglienza dei migranti in Italia.

(Le immagini del salvataggio in mare sono dell’Ong Sea-Watch)