L’annuncio di De Falco: “Mi imbarcherò sulla nave Mare Jonio. Le Ong nel Mediterraneo colmano il vuoto delle istituzioni”

Non è una sfida quella di Gregorio De Falco che sta aspettando che la Mare Jonio venga dissequestrata per imbarcarsi sulla nave Ong e salvare migranti. Ma è una “sostituzione”. “Si tratta di fare quel lavoro che attualmente le istituzioni non fanno”, spiega il senatore ex comandate che ha intimato a Francesco Schettino di salire a bordo durante il disastro della Costa Concordia.

C’è un solo punto del decreto sicurezza bis che trova d’accordo l’ex comandante de Falco. È la prima riga dell’articolo 2 che indica come i provvedimento e le restrizioni di soccorso non interessano “naviglio militare o navi in servizio governativo non commerciale”. Un punto di partenza per far tornare le istituzioni nel Mediterraneo, secondo l’ex M5s oggi nel gruppo Misto. Le Ong – spiega l’ex M5s –  si sono attivate quando è venuta meno l’operazione Mare Nostrum. “Viene meno Mare Nostrum perché è costosa. Ma costosa quanto? In realtà stiamo pagando molto di più in termini di civiltà, che in termini economici”. Da qui la decisione del senatore: “Mi imbarcherò non appena Mare Jonio sarà dissequestrata non per sfida ma perché si tratta di fare quel lavoro che attualmente le istituzioni non fanno. Non è una sfida, qualcuno lo deve fare“. 

Leggi anche > De Falco dopo le Europee: “È in discussione la linea Di Maio, non la persona. Il M5S torni ad essere se stesso”