Diciotti, Nugnes (M5s): “Sacrificato il Movimento per una strategia perdente”

La senatrice dissidente Nugnes commenta il voto on-line sul caso Diciotti: Dal 33% siamo scesi al 23%, permettendo al nostro contraente di minoranza di salire dal 17% al 36%

Dopo Elena Fattori e Gregorio De Falco anche la senatrice dissidente del M5S Paola Nugnes parla alle telecamere di Servizio Pubblico sul voto già ribattezzato nel web come “Salva Salvini“. Ovvero la consultazione on-line del 18 febbraio in cui gli iscritti al M5s sono stati chiamati a decidere sull’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti di Matteo Salvini sul processo per il caso Diciotti. Un voto che ha creato non pochi mal di pancia all’interno del Movimento fondato da Grillo e Casaleggio, per il quale l’avversione all’immunità parlamentare è sempre stato uno dei pilastri fondamentali.

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“Il Movimento 5 stelle è stato sacrificato per una strategia che si è rivelata perdente. Dal 33% siamo scesi al 23%, permettendo al nostro contraente di minoranza di salire dal 17% al 36% e quindi di diventare dominante”, snocciola i numeri la parlamentare campana. Secondo la senatrice quel 41% dei 52mila attivisti che si sono espressi a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini sono un segnale di “discordo, di dissidenza“. Un dato importante che si deve interpretare come la volontà di “non cedere, di non mollare”. Sulla sua possibile espulsione dal Movimento, non si dice preoccupata: “Se avverrà, vorrà dire che non sono stata cacciata dal Movimento ma da qualcosa di diverso, un partito“.

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Diciotti, iscritti M5S e Giunta parlamentare al voto

Lunedì 18 febbraio gli attivisti del Movimento 5 stelle sono stati chiamati a votare sul delicato caso della Diciotti. Il Tribunale dei ministri vuole processare il vice premier per sequestro di persona. Sul banco c’è la gestione dello sbarco della nave Umberto Diciotti.  Nell’agosto 2018 la nave della guardia costiera italiana è rimasta bloccata per dieci giorni, dal 16 al 25 agosto,  con 177 migranti a bordo, prima in mare e poi al porto di Catania.

La Giunta per le Immunità del Senato dice no alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di poter processare il ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’accusa di “sequestro di persona aggravato” per non aver fatto sbarcare per 5 giorni 177 migranti dalla nave Diciotti. I voti a favore della proposta del presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, di dire no all’autorizzazione sono stati 16, 6 i contrari.