Caso Sarti, Paolo Becchi: “Non andava ricandidata. È dilettantismo politico”

Caso Giulia Sarti. Il filosofo Paolo Becchi, considerato ideologo dei Cinque Stelle fino alla rottura avvenuta nel 2015, interviene sul caso della parlamentare pentastellata che il 26 febbraio si è autosospesa dal movimento e ha lasciato la presidenza della Commissione Giustizia dopo le polemiche sui mancati versamenti al fondo dei parlamentari del M5s per il microcredito.

“È un caso di dilettantismo politico”, dice il filosofo intervistato da Germano Longo per Servizio Pubblico. “Non solo non l’hanno sospesa, ma l’hanno addirittura nominata presidente della commissione giustizia”, commenta il professore. Una scelta in spregio al principio dell'”uno vale uno”  alla base del movimento.

Giulia Sarti, la vicenda dei mancati rimborsi

Giulia Sarti era stata accusata di non aver versato 23mila euro nelle casse del movimento. Per giustificare gli ammanchi aveva denunciato Bogdan Andrea Tibusche, suo compagno e collaboratore, accusandolo di averle sottratto la cifra dal conto. Denuncia che l’aveva momentaneamente salvata dall’espulsione. Nei giorni scorsi la Procura di Rimini ha archiviato la denuncia e il caso “Rimborsopoli” è riesploso, insieme a un “carteggio” di sms tra Sarti, Tibusche e il guru della comunicazione pentastellata Rocco Casalino,  che dimostrano che il gesto era noto già  prima della ricandidatura della deputata riminese.