Il Populista è il “nuovo” (la fondazione risale al 2016) quotidiano online nato dopo la chiusura della storica testata “La Padania” e gestito dall’ex direttore e deputato della Lega Alessandro Morellli. Ecco perché colpisce che nella homepage del sito campeggi in apertura un titolo che ha del clamoroso: «Sea Watch, Salvini: “E’ stato un atto di pirateria».
Perché, a rigor di logica, secondo quanto riportato dal quotidiano online, se Salvini davvero dicesse che sulla Sea Watch c’è stato un atto di pirateria, proprio nel giorno in cui i pubblici ministeri di Roma inviano gli atti a Catania per competenza dopo aver aperto un’indagine – per ora a carico di ignoti – per sequestro di persona, questo equivarrebbe a una sorta di confessione da parte di Salvini sulla caso che costrinse 47 naufraghi,a restare per dodici giorni in mare prima di approdare al porto di Catania.
Certo, in realtà aprendo il link dell’articolo sembra esserci proprio lo zampino del titolista, forse un eccesso di sintesi: Salvini, quando parla di pirateria, sta invece riferendosi alla nave El Hiblu 1 di cui ci ha parlato oggi Luca Casarini, spiegandoci che “Non si tratta di pirateria ma sono persone che secondo tutte le convenzioni hanno il diritto di essere soccorse e portate in un luogo sicuro in Europa, perché stanno scappando da stupri e torture. Quindi noi come Mediterranea abbiamo chiesto il soccorso da parte dell’Unione Europea e il divieto di respingere queste persone da dove sono scappate”. E infatti il pezzo del Populista nel primo paragrafo parla della nave mercantile e nei successivi due dell’indagine per la Sea Watch:
Insomma, in realtà Salvini non sta confessando: semplicemente, il quotidiano di area leghista si è confuso. Come l’avrebbero presa i fan del Capitano?
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