“Vi spiego perché l’Inps nasconde i numeri delle pensioni”

Riccardo Puglisi, professore associato di economia politica all'università di Pavia, ci spiega perché L'INPS non fa sapere se chi chiede Quota 100 prima era occupato o disoccupato. Perché il dato è importante e come mai questa mancanza?

Quota 100 è la misura della Legge di Bilancio che dovrebbe mitigare gli effetti della Riforma Fornero. Prevede che si possa andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi al minimo, oppure con 63 anni e 37 anni, e così via con una norma sperimentale che dura fino al 2021.

Il governo ha spiegato che Quota 100 servirà a incentivare l’occupazione parlando di staffetta generazionale: per ogni lavoratore che andrà in pensione le imprese dovranno assumere un altro lavoratore, anzi addirittura due o tre come ha detto il premier Conte.

L’Inps in questi giorni sta fornendo molti numeri su Quota 100, ci dice quanti uomini e donne hanno presentato la richiesta, da dove provengono e così via. Ma non ci fa sapere cosa fa chi chiede Quota 100 e se prima era occupato o disoccupato. Perché il dato è importante e come mai questa mancanza? Ce lo spiega Riccardo Puglisi, professore associato di economia all’Università di Pavia.

E già che ci siamo, si parla anche di esodati: l’ottava salvaguardia per i lavoratori esodati permetterà di accedere alla pensione esclusivamente a 30.700 di essi. L’Inps ha pubblicato in data 7 luglio 2017 l’ultimo report di monitoraggio: sono state 34.222 le domande presentate e tra queste attualmente ne risultano accolte 12.353, rifiutate 16.361 e ulteriori sono attualmente ancora in fase di giacenza.