Dentro alla baraccopoli di San Ferdinando: il mercato, la moschea, la discarica

Le immagini esclusive che raccontano la vita degli occupanti della baraccopoli, a poche ore dalla demolizione

Il reportage realizzato da Ramchandra Pace per Servizio Pubblico ci porta dentro alla baraccopoli di San Ferdinando nella piana di Gioia Tauro: un documento esclusivo che mostra come si svolgeva fino a ieri la vita all’interno dello slum che ospitava oltre 1500 persone.

La baraccopoli è stata sgomberata e demolita nella mattinata di ieri da una task force di circa 600 uomini appartenenti alle forze dell’ordine, vigili del fuoco e servizi sanitari. 18 i pullman per trasferire in strutture di accoglienza circa 900 persone.
Il ministero dell’Interno ha fatto sapere che al 5 marzo, la presenza stimata degli immigrati era di 1.592 persone. Di queste, ad oggi 200 sono state trasferite negli ex Sprar e Cas, circa 460 si sono spostate volontariamente e 932 restano nella tendopoli. “E’ stata finalmente cancellata una delle più vergognose baraccopoli d’Italia dove proliferavano degrado, illegalità e sfruttamento. Dopo anni di chiacchiere, ora sono arrivati i fatti”, ha commentato Salvini.

I numeri del ministero dell’Interno confermano che 460 migranti non hanno accettato la tendopoli che ne ospita ormai 932 e le strutture per i richiedenti asilo sono ferme a 200 migranti.

A poche ore dallo sgombero e alla vigilia della demolizione due occupanti hanno accompagnato le nostre telecamere all’interno della baraccopoli, per mostrare come si svolgeva la vita fra lamiere e rottami trasformate in abitazioni di fortuna.

“Abbiamo speso 6500 euro per queste lamiere, e ora le distruggono” racconta un occupante della baraccopoli di San Ferdinando, mentre mostra le pareti esterne di una casa e  spiega che molte erano da poco state “ristrutturate” grazie a una colletta utilizzando laminati di metallo, dopo che diversi incendi nel recente passato avevano distrutto parte delle abitazioni e provocato vittime.

L’ultimo, in ordine di tempo, nel febbraio 2019, quando un incendio forse propagatosi da un falò aveva avvolto diverse tende della baraccopoli di San Ferdinando, provocando la morte di Moussa Ba, 28 enne senegalese che era in Italia dal 2015 con un permesso di soggiorno per motivi umanitari.