Il 25 aprile a Monte Sole: “Mai più Marzabotto nella Storia. Con questo governo è importante esserci”

“Vengo ogni anno qui su, mio padre era partigiano. In un anno come questo, con questo governo, è importante esserci”. A Monte Sole, luogo simbolo della strage di Marzabotto, ogni anno per l’anniversario della Liberazione migliaia di persone tornano sui luoghi dell’eccidio nazi-fascista in cui tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 morirono 775 persone.

È il 25 aprile e mentre Matteo Salvini definisce questa data come un derby tra fascisti e comunisti qui in tanti ripercorrono i sentieri dei partigiani fino a San Martino di Monte Sole, teatro di morte di donne e bambini: “Siamo qui perché non accada più”, ci dice un ragazzo. Qui il 25 aprile è “di tutti, non è una data divisiva ma di parte. Di quelli che hanno coscienza”, tuonano da palco dove parla anche Cacciari. “Il fascismo non tornerà nella stessa forma” – dice il filosofo ex sindaco di Venezia – ma le crisi sociali se non sono governate con razionalità portano a ciò che ha detto Gramsci: ”

Sullo striscione che alcuni tifosi laziali di estrema destra hanno srotolato a Milano, a pochi metri da piazzale Loreto con un inno a Benito Mussolini una signora, figlia di partigiano dice: “Si dà per scontata la nostra Costituzione, la democrazia che invece è costata tanto. Chi appoggia queste persone deve saperlo”. Ci sono abbastanza ragazzi a commemorare la Liberazione? “Non sono mai abbastanza. Ma se chi governa dice che è una lotta tra fascisti e comunisti, il messaggio che arriva è quello”.

“C’è bisogno di resistere, anche oggi e non solo il 25 aprile” Il fascismo può tornare?”Si, sono preoccupata. C’è un clima di paura e di allarme, la gente si spaventa per niente.”