Europee, Fabbrini: “Lega al 30% ma all’opposizione. Pd troppo timido, il M5S perderà voti”

Sergio Fabbrini, docente di Scienze politiche e relazioni internazionali alla Luiss, università dove dirige l’omonimo dipartimento, già docente all’università di Berkeley e da tempo editorialista del Sole 24 ore, analizza la campagna elettorale per le elezioni europee ipotizzando  gli scenari che potranno aprirsi dopo il voto di domenica. “Questa è stata la campagna per le elezioni europee più importante da quando è eletto direttamente dai cittadini, ovvero il 1979″ spiega il politologo “i partiti si dividono sulla visione dell’Europa e questa è una grande conquista, dovuta all’affermazione negli ultimi anni di forze che mettono in discussione la natura stessa dell’Europa”.

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Fabbrini analizza poi la crescita della Lega, che sembra avviarsi incontrastata a conquistare il primo posto fra le forze politiche italiane:

“Il 30% non è il successo che Salvini si aspetta. Non è destinata come avvenne con il PD sopra il 40% a diventare il partito più importante del parlamento europeo. Ma questo risultato creerà problemi all’Italia: la Lega, il più importante partito italiano nel parlamento europee, farà comunque della minoranza. Questo significa che l’Italia non avrà nessun ruolo importante nelle cariche apicali che hanno una rilevanza fondamentale. E a questo si aggiunge che ancora non sappiamo a quale gruppo il M5S apparterrà”.

Proprio il M5S, dopo la netta affermazione alle elezioni politiche dello scorso anno, rischia di arretrare:

“Il M5S rispetto alle politiche avrà una perdita di voti. Non si costruisce un partito solo come opposizione alla casta, cambiando opinione dalla mattina alla sera: un partito gestito in questo modo è un partito opportunista”.

Fabbrini analizza poi gli scenari del nuovo Pd di Zingaretti, in cerca di riscatto e quotato attorno al 20% dei consensi:

“Il Pd non si metterà mai al sicuro finché non diventerà un partito di maggioranza. Questo Pd si presenta alle elezioni con un programma troppo timido. La mancata alleanza con la lista +Europa, che in questo modo rischia di non superare la soglia di sbarramento, è una perdita di voti e personale politico. In Europa l’Italia dovrebbe mandare avanti un processo di aggregazione e presentarsi con un grande partito europeista”

La chiosa è sulle mosse di Silvio Berlusconi, che cerca di portare il PPE a un accordo con le forze sovraniste, con la Lega in testa:

“È sorprendente che Berlusconi chieda al PPE di allearsi con i sovranisti: il virus del sovranismo se entra nel partito di De Gasperi  potrebbe indebolire definitivamente quel partito. Che rapporto c’è fra il Salvini del ‘me ne frego’ e la serietà europea di De Gasperi?