Totoeuropee, Magatti: “Lega in difficoltà, M5S in calo, Pd vivo. Ma non vincerà nessuno”

Mauro Magatti, professore di sociologia all’università Cattolica di Milano, fa il bilancio della campagna elettorale per le europee che si sta chiudendo in vista del voto di domenica 26 maggio.

“È stata una campagna elettorale in cui si parlava di Europa ma contemporaneamente del governo italiano” spiega Magatti “abbiamo visto un governo litigioso perché entrambe le forze pensavano al risultato elettorale. Dobbiamo metterci d’accordo su alcune regole, votare dopo un anno della legislatura con i partiti che si fanno la guerra per un punto percentuale in più è un errore”.

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Magatti vede il progetto politico di Matteo Salvini attraversare una fase di grande difficoltà:

“Salvini si prepara a dire che ha vinto, ma con un risultato che qualche settimana fa avrebbe considerato insoddisfacente. Un anno fa l’ondata populista era più forte di oggi e si troverà a giocare in campo avverso. Si troverà con un’Europa in contrasto con le sue idee”. Anche il M5S, secondo il sociologo, è in difficoltà, mentre un piccolo segnale di vita arriva dal Partito Democratico: “Il M5S calerà rispetto alle politiche ma prenderà più voti di quanto pensavano di prendere solo un mese fa e la scamperanno, per Pd le elezioni europee saranno il certificato che è ancora in vita ma non dice nulla sul suo futuro. Il problema del Partito Democratico è elaborare una proposta efficace. Supererà il 20% anche grazie all’alleanza con Calenda, come Salvini non supererà il 30% e il M5S sarà abbondantemente sopra il 20%. Tutti diranno che hanno vinto ma in realtà tutti sanno che non è così”.

È poi il turno di Forza Italia, definita come  “un animale che appartiene a un’altra epoca, che credo che andrà sotto il 10%” e +Europa, per cui “sarà un risultato superare la soglia”.

In chiusura Magatti esprime la sensazione che il sovranismo stia vivendo una battuta d’arresto rispetto a un anno fa: “L’uscita dalla crisi iniziata nel 2008 sembra essere positiva” spiega “diverse forze sociali e politiche si sono accorte che c’è una via alternativa al sovranismo”.