I neonazisti armati dagli ucraini e dai russi sono una questione europea

di Tiziana Barillà

Giovani, maschi, bianchi. E di estrema destra. Spesso hanno cariche politiche ed esperienza nelle forze armate. Hanno deciso di partire da diversi paesi del mondo e arruolarsi nella guerra in Ucraina. Su entrambi i fronti. 

Il regime autocratico di Putin non esita a servirsi di loro. L’Ucraina liberal-democratica  non si è fatta problemi a irreggimentarli. E l’Occidente non ha avuto dubbi ad armarli.

I ricercatori di Antifascist Europe hanno presentato un rapporto sulle attività di questi combattenti volontari stranieri. 

Dalla parte degli ucraini

Tre giorni dopo l’inizio della guerra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la creazione della Legione internazionale dell’Ucraina. E, secondo un decreto presidenziale del 2016, gli stranieri possono prestare servizio nelle forze armate ucraine e nelle forze di difesa territoriale: «Chiunque voglia unirsi alla difesa della sicurezza in Europa e nel mondo può venire e stare fianco a fianco con gli ucraini contro gli invasori del 21° secolo». 

La Legione Internazionale è stata costituita per i volontari stranieri: il sito web ufficiale presenta le bandiere di otto stati: Danimarca, Polonia, Israele, Lettonia, Croazia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Canada. All’inizio di marzo più di 20.000 persone provenienti da 52 paesi hanno espresso il desiderio di unirsi alla Legione (fonte: generale Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence ucraina).

L’esercito ucraino ha secretato i dettagli sulla composizione della Legione. Non conosciamo perciò né la dimensione dell’unità né il numero di volontari per paese. Per il ministero della Difesa russo, Kiev ha reclutato oltre 6.800 combattenti da 63 paesi dall’inizio della guerra. Il ministero russo chiama “mercenari” i volontari stranieri ma – va ricordato – un mercenario è tale se combatte per denaro e non per ideologia. 

L’Ucraina ha negato la presenza nella Legione del neonazista portoghese Mário Machado. In passato, Machado è stato condannato a più di dieci anni di carcere per lesioni personali gravi, discriminazione razziale e possesso di armi proibite. Machado è tornato in Portogallo dopo aver trascorso quasi una settimana in Ucraina a distribuire cibo e materiale sanitario. Eppure, Machado o no, migliaia di combattenti volontari da tutto il mondo si stanno riversando in Ucraina, e molti sono affiliati a organizzazioni di estrema destra. 

Alcuni membri di organizzazioni di estrema destra hanno cominciato a raggiungere l’Ucraina già nel 2016. Con la guerra in corso, queste presenze sono aumentate e – soprattutto – sono state assorbite negli eserciti regolari grazie alla creazione della Legione internazionale. 

1. Il battaglione Georgian National Legion è stato creato nel 2014 da georgiani venuti a combattere dalla parte dell’Ucraina. Nel 2016 è stata integrata nelle forze armate ucraine e attualmente conta 700 soldati, di cui il 20% sono per lo più americani di origine georgiana. Tra i suoi militanti ci sono Henry Hoeft e Mike Dunn, entrambi membri del Boogaloo Bois, un movimento di estrema destra nato sul forum 4chan.

«Non voglio ragazzi assetati di sangue che vogliono entrare e sparare a qualcuno… Stiamo evitando gli estremisti, non li vogliamo qui». Il 24 marzo (un mese dopo l’invasione) il comandante di questo battaglione, Mamuka Mamulashvili, ha ammesso al sito web Politico che stavano cercando di impedire a persone con ideologia di estrema destra di unirsi al battaglione. Ad aprile, però, un video che è circolato sui social network mostrava membri di questa stessa brigata che uccidevano soldati russi catturati, legati e sdraiati sull’asfalto, un video che Mamulashvili sostiene essere falso. Fonti russe affermano anche che questa brigata riceve finanziamenti dal gruppo neonazista georgiano Qartuli Dzala.

2. Il battaglione Kastus Kalinovsky prende il nome da uno dei leader della rivolta polacca, lituana e bielorussa contro la Russia nella seconda metà del XIX secolo. In questo battaglione sono state identificate persone legate a gruppi neonazisti o di estrema destra. È stato formato nel marzo di quest’anno dal cosiddetto gruppo tattico “bielorusso”, membri dell’organizzazione neonazista bielorussa White Legion, il movimento Young Front e altri cittadini bielorussi stabiliti in Ucraina. Conta circa 200 persone e diversi video diffusi dallo stesso battaglione mostrano i suoi membri con tatuaggi di simboli neonazisti. Anche alcune delle persone che appaiono in questi video come membri del battaglione sono noti neonazisti, come Rodion Batulin, che nel 2019 ha partecipato a un attacco contro l’allora presidente ucraino Petro Poroshenko.

3. Il distaccamento polacco del battaglione Revanche è stato formato all’inizio dell’invasione russa ed è correlato all’organizzazione di estrema destra ucraina Tradition and Order.

4. Le unità combattenti di Denis ‘White Rex’ Kapustin. Si tratta di un cittadino russo, giunto in Ucraina in fuga dalla giustizia, che avrebbe chiamato alla lotta attivisti di estrema destra di tutto il mondo. Un altro riferimento per queste unità è Sergei ‘Boatsman’ Korotkikh, che in Ucraina avrebbe creato l’unità Boatsman Boys, russo anche lui e anche lui fuggito dalla giustizia per omicidio.

5. Il Battaglione Azov, insieme al Settore destro e all’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, è una delle principali destinazioni per i militanti di estrema destra. Secondo Antifascist Europe, dal 2015 ha reclutato militanti di tutto il mondo e, al 1 marzo 2022, contava già 900 combattenti, sia ucraini che stranieri, tra cui americani dell’Atomwaffen, con sede nel sud degli Stati Uniti, considerata un terrorista da Regno Unito, Australia e Canada, e accusata di diversi omicidi e pianificati attentati terroristici.

Altre brigate e unità sono: 

  • La Brigata canadese-ucraina, composta dalla diaspora ucraina in Canada;
  • La Norman Brigade, composta da veterani militari canadesi;
  • La Freedom of Russia Legion, che include disertori russi;
  • Il battaglione Dzhokhar Dudayev, composto da ceceni;
  • Il battaglione Sheikh Mansur, anch’esso composto da ceceni;
  • Il battaglione di Crimea, composto da tartari di Crimea;
  • Altre unità di volontariato di estrema destra che non possono essere identificate.

Dalla parte dei russi

L’estrema destra non combatte solo sul fronte ucraino ma anche su quello russo. Lo ha dimostrato anche un rapporto dell’intelligence tedesca reso pubblico da Der Spiegel.

1. Gruppo Rusich. Due plotoni d’assalto e una svastica slava Kolovrat come emblema. La gran parte dell’estrema destra russa si riunisce nel gruppo Rusich, guidato dal noto neonazista Alexey ‘Serb’ Milchakov. Il suo vice è Jan “Great Slav” Petrowski, altro neonazista russo arrivato dalla Norvegia da dove è stato espulso perché «rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale». Un altro membro noto di questa unità è Yevgeny ‘Topaz’ Rasskazov, originario di Donetsk, che nel 2014 è entrato a far parte del gruppo Wagner e ha avviato un canale Telegram per promuovere propaganda di estrema destra e cultura mercenaria. Dopo l’invasione dell’Ucraina ha rilasciato un’intervista a Yevgeny Dolganov, cantante della band neonazista Russkiy Styag, descrivendosi come «un buon marito, si spera un grande padre in futuro, e Sono venuto per uccidere gli ucraini».

2. La Legione Imperiale è l’ala militare del Movimento Imperiale Russo ed è classificata come organizzazione terroristica globale dagli Stati Uniti. Da anni addestra volontari per inviarli in Donbass, adesso fornisce addestramento a combattenti stranieri. È formalmente contrario al regime di Vladimir Putin, eppure prende parte alla guerra a fianco della Russia.

3. Il Gruppo Wagner è di proprietà di Yevgeny Prigozhin, uno dei più stretti alleati di Putin. La sua specialità sono le operazioni segrete in Africa e Medio Oriente. Sapere altro è quasi impossibile.  

4. Il distaccamento serbo Jovan Šević prende il nome dal comandante del reggimento ussaro serbo Ivan Šević, che nel 1751 accettò la cittadinanza russa e divenne il fondatore della regione autonoma di Slavo-Serbia, situata su una parte del territorio del Donbass. Oggi conta circa 35 volontari e non è certo che stia prendendo parte alla guerra in corso.

5. Il gruppo di sabotaggio e ricognizione Terek Wolf Sotnia è stato formato nel 2014 in Crimea e Donbass. È guidato dall’ultranazionalista Alexander “Babay” Mozhaev, fuggito in Ucraina dalla Russia perché ricercato dalla polizia per tentato omicidio. Mozhaev dice di aver servito nelle forze armate russe e di essersi ritirato a metà degli anni 90.

6. Le unità cosacche rappresentano il gruppo etnico minoritario russo e la classe militare che protegge i confini della Russia. Ultranazionalisti, hanno preso parte alle operazioni di combattimento del 2014 nel Donbass. In questa guerra la loro presenza si limita alla polizia delle repubbliche separatiste.

Perché lo fanno? 

Atomwaffen Division, Boogaloo Bois, Neue Stärke Partei, Thule Society, Jungeuropa Verlag, Det fria Sverige, Europa Terra Nostra e Blood and Honour sono alcuni tra i gruppi neonazisti che hanno espresso apertamente il sostegno a Kiev in funzione anti-russa. Ma non tutti i gruppi di estrema destra hanno preso posizione. I neonazisti statunitensi di The Base e il Movimento di resistenza nordico in Europa, per esempio, hanno esortato i loro attivisti a non prendere posizione. 

Distruggere il vecchio ordine globalista con la violenza e creare nuovi e bianchi etnostati. In linea di massima, è questa la ragione dell’adesione. Il primo dei motivi per è «l’idea di formare quelle che il teorico neonazista Jean Thiriart chiamava le ‘Brigate europee’, cioè le forze di ‘patrioti europei’ che sarebbero tornati da un conflitto in un paese vicino per combattere una guerra nazionalistica in Europa», ha spiegato il ricercatore del Center for Research on Extremism (C-REX) presso l’Università di Oslo, Kacper Rekawek. 

Secondo il Gruppo Soufan, un’agenzia statunitense che fornisce servizi di intelligence internazionale, «come l’Afghanistan è servito da santuario per le organizzazioni jihadiste negli anni 80, così parti dell’Ucraina stanno diventando un rifugio sicuro per una serie di gruppi estremisti della supremazia bianca per riunirsi, addestrarsi e radicalizzarsi. E proprio come il percorso dei gruppi jihadisti, l’obiettivo di molti di questi membri è quello di tornare nei loro paesi di origine (o paesi terzi) per seminare il caos e usare atti di violenza come mezzo per reclutare nuovi membri per la loro causa».

Quando i volontari di estrema destra, prima o poi, torneranno dal fronte saranno una minaccia nelle proprie società. Gli Stat Uniti lo sanno bene, infatti i loro servizi di sicurezza monitorano l’attività di questi soldati. Il coordinatore antiterrorismo del Dipartimento di Stato americano Nathan Sales ha dichiarato che le autorità statunitensi stanno tenendo d’occhio la minaccia degli estremisti di estrema destra che combattono nell’Ucraina orientale. E l’Europa che fa?