Martina Carpani è stata vicinissima alla vicenda di Brindisi e adesso “vediamo intorno a noi molta confusione, non si hanno notizie certe sull’attentato”. In un regime di paura, i giovani brindisini voglio contrastare questa sensazione perché “colpire una scuola, vuol dire che non c’è nessuna zona franca in questo paese e per questo vogliamo essere portatori di speranza e democrazia”. La sua testimonianza a Servizio Pubblico, programma di Michele Santoro.
Martina Carpani e l’attentato di Brindisi
La cronaca dell’attentato alla Francesca Morvillo Falcone. Il 19 maggio 2012, intorno alle 7,45 del mattino, tre bombe artigianali vengono fatte esplodere fuori dalla scuola di Brindisi e causano la morte di una studentessa di 16 anni, Melissa Bassi, e il ferimento di altre dieci persone, di cui cinque in modo grave. Gli ordigni erano riempiti di nitrato di sodio, carbone e zolfo, messe in un cassonetto della raccolta differenziata a poca distanza dall’entrata della scuola e azionate da un telecomando. Per l’episodio è stato condannato all’ergastolo Giovanni Vantaggiato con sentenza definitiva. Il processo ha riconosciuto la matrice terroristica dell’attentato: il motivo del gesto era da ricercarsi nel rancore verso la Stato del Vantaggiato a causa di una presunta truffa di cui fu vittima l’azienda di sua moglie.