Mafia, la sentenza di Strasburgo: “Contrada non andava condannato”

la sentenza di Strasburgo contrada
la sentenza di Strasburgo

La Corte europea dei diritti umani ha deciso. La sentenza di Strasburgo afferma che Bruno Contrada non andava condannato per concorso esterno in associazione mafiosa perché all’epoca dei fatti il reato non “era sufficientemente chiaro”. Contrada era entrato in polizia nel 1958 e diventato poi capo della mobile di Palermo ai tempi di Boris Giuliano e della sezione siciliana della Criminalpool. Nel 1982 era passato al Sisde, scalandone le gerarchie fino al vertice. Nel 1992 viene arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

A inchiodarlo sono le dichiarazioni di pentiti del calibro di Gaspare Mutolo, Tommaso Buscetta, Rosario Spatola e Giuseppe Marchese. Lo descrivono collaterale a Cosa Nostra nel periodo compreso fra il 1979 e il 1988. Il processo di primo grado si conclude nel 1996 con la condanna a 10 anni. Seguita dall’assoluzione in appello poi annullata dalla Cassazione, fino alla conferma definitiva della sentenza di primo grado.

La sentenza di Strasburgo

Oggi la Corte di Strasburgo scrive una nuova verità e condanna lo Stato italiano al risarcimento di 10 mila euro per danni morali. Servizio Pubblico vi ripropone l’ultima apparizione pubblica di Bruno Contrada. L’intervista realizzata da Walter Molino nell’ambito dell’inchiesta sul misterioso Faccia Di Mostro, l’uomo-ombra nella Palermo delle stragi.