Nella mattinata di martedì gli uomini della Guardia di finanza hanno arrestato Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, presidente e l’amministratore delegato di Blutec, società che dal 2015 ha preso il controllo dell’ex stabilimento FIAT di Termini Imerese. I due imprenditori, secondo le accuse, avrebbero distratto 16,5 milioni di euro di fondi pubblici destinati alla riconversione del polo industriale. Nei loro confronti è scattata un’interdittiva di 12 mesi, insieme al sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale di beni per una cifra vicina ai 16 milioni e mezzo di euro. A destare preoccupazione è il futuro di 700 dipendenti, di cui 570 si trovano in cassa integrazione e 130 impegnati in progetti di formazione.
Maurizio Landini a margine dell’incontro avuto con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, chiede chiarezza e un impegno concreto da parte del governo: “Bisogna andare in fondo alla vicenda e recuperare i soldi pubblici messi in campo. A questo punto occorre riaprire la partita e garantire il reddito ai lavoratori di Termini Imerese e trovare una soluzione industriale” spiega il segretario generale della CGIL “abbiamo chiesto al governo un provvedimento per i lavoratori che copra un periodo superiore ai 6 mesi. Bisogna verificare come sia possibile garantire sul territorio una continuità economica e industriale. Non è accettabile pensare che Termini Imerese chiuda: in lavoratori non devono essere lasciati da soli”.
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