Bonaga: “Serve una resistenza attiva contro il fascismo aleggiante”

“Le persone serie sanno che non si scherza sul 25 aprile”, così Stefano Bonaga, filosofo e docente di Antropologia filosofica all’Università di Bologna, ha commentato alle telecamere di Servizio Pubblico le polemiche sul giorno della Liberazione innescate dalle parole di ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha definito un “derby tra fascisti e comunisti”.

Bonaga: “Non basta il consenso, serve impegno attivo”

Bonaga pensa che se c’è una lezione da imparare dal giorno della Liberazione è che la Resistenza non è stato un processo passivo, ma attivo: “Un movimento che deve essere d’esempio a una reazione civile del paese che comporta l’esempio reale dei cittadini e non solo il consenso”.

“In una fase di distruzione dei corpi intermedi, occorre costruire corpi intermedi attivi”, essere qui a Marzabotto luogo dell’eccidio nazi-fascista vuol dire questo: “Esserci e testimoniare”, ma anche “agire”. “Non ci sono i nazifascisti, c’è un fascismo aleggiante nel paese, non nella forma storica” ma la Resistenza insegna che non basta “andare ogni 5 anni alle urne e fare un segnino su un foglietto – e il 40% non va a fare neanche questo – serve a capire che non si risolvono i problemi di una società così complessa senza un impegno diffuso per costruire una società migliore”.

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