Daverio: “Il fascismo è patologia endemica d’Italia. Si contiene con la pace europea e la dialettica politica”

Philippe Daverio ha passato il 25 aprile, festa della Liberazione a Monte Sole a Marzabotto, luogo di eccidio nazifascista. Alle telecamere di Servizio Pubblico dice: “Da questi morti in poi, in questa parte del mondo, abbiamo usato i fucili solo per andare a caccia. È un fenomeno assolutamente inesistente nella storia precedente: abbiamo vissuto settanta anni di pace, che vuol dire l’Europa. E oggi c’è chi se ne vuole andare, chi tira fuori i cannoni. Sono abbastanza preoccupato“.

Il fascismo secondo Daverio – candidato alle Europee con + Europa – “non è caduto dal cielo, è una patologia endemica nella storia d’Italia, è un meccanismo che permea. Sul quale bisogna stare attenti costantemente. E avviene quando le fasce di coscienza, che dovrebbero occuparsi di tenere desta l’attenzione si addormentano. Non vuol dire le élite, è una fascia di persone trasversali, che nella vita quotidiana si impegnano, tentano di capire più di altri, quando scompaiono, si accende la lampadina di allarme”

Come reagire? “Sarebbe bello che alle europee gli italiani si pronunciassero a favore della pace europea, malgrado la stupidità di Bruxelles e malgrado Juncker. L’Europa non va troppo bene perché non siamo in grado di fare sentire una voce diversa dalla burocrazia autoreferenziale europea, deve tornare la forza della cultura politica”.

Daverio, la provocazione: “Ridateci la DC, si poteva essere elegantemente antidemocristiani. Meglio della roba che abbiamo oggi”

“Il dramma è che l’Italia ha perso il suo equilibrio naturale, il baricentro italico era democristiano. Era bello perché uno sapeva con chi se la poteva prendere elegantemente. Rifateci la Democrazia cristiana, Renzi ci ha provato. Ma dateci un elemento con cui misurarci che sia intellettualmente preparato con cui potere avere una dialettica. Senza dialettica non c’è storia. In Francia e in Germania c’è una dialettica. L’Italia sembra non avere più midollo”

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