Roma, i ricercatori in piazza: “Noi pagati anche 400 euro al mese, lavoriamo gratis sperando nel prossimo rinnovo”

Tra venti giorni Luisa scadrà. Luigi può tirare il fiato per ancora sei mesi mentre Giovanna, che ha aspettato di compiere 42 anni per “concedersi” un figlio, potrebbe decidere presto di rimettersi su un aereo per ricominciare altrove. Per buttarsi alle spalle dodici anni di precariato in cambio di un nuovo inizio. Lontano da casa sì, ma con meno incertezze. E meno ansia per il futuro.  Storie italiane di chi ogni giorno si mette al servizio della ricerca. Di chi, tra un rinnovo e un altro, continua a lavorare gratis perché la ricerca “non è qualcosa che si accende e si spegne, va avanti anche a contratto scaduto”.

I nomi di questi precari della conoscenza, in fondo, importano poco: in Piazza Montecitorio, lì dove si sono riuniti per rivendicare stabilizzazioni che sembrano allontanarsi quando già sarebbero dovute arrivare, ci sono tante maschere bianche: “Perché lo Stato italiano non fa distinzioni, ci tratta tutti allo stesso modo”.

Nello specifico li spinge ad emigrare verso lidi economicamente migliori. “Eppure lo Stato investe in media 100mila euro di soldi pubblici per formare un laureato, ancor di più per un dottorato e un ricercatore. Investimenti che regaliamo agli altri Paesi” sottolinea un ricercatore del CNR senza stipendio da dicembre. Studia l’Alzheimer. “Tiro la cinghia, rinuncio alla pizza al ristorante e continuo a scrivere articoli e a dare supporto ai dottorandi che seguo”. La speranza, la sua come quella degli altri mille precari vincitori di concorsi, è di rientrare nella prossima tornata di stabilizzazioni che sarebbe già dovuta partire: mille

Tutti chiedono una sola cosa, che venga completata la stabilizzazione dei contratti prevista dalla legge Madia del 2017. Perché i soldi ci sono: quasi 75 milioni sono stati stanziati tra il governo Gentiloni e quello attuale, vincolati proprio per la stabilizzazione dei ricercatori Cnr, altri 20 dovrebbe metterli l’ente. Ma finora i nuovi contratti sono stati firmati solo da in 1.350 ricercatori.