Gli italiani non si fidano di giornali e tv. E giornali e tv non ne parlano

di Tiziana Barillà

L’informazione è «troppo sbilanciata a favore dell’Ucraina». Ne è convinto il 41 per cento degli italiani, mentre il 6% la trova «a favore della Russia» e solo il 27% la ritiene «neutrale ed oggettiva» (dati Ipsos). È un dato impressionante che ho appreso leggendo il Corriere della sera.

Per trovare questa notizia ho dovuto leggere con grande attenzione, perché il quotidiano di via Solferino – nello speciale dedicato ai sondaggi – ha pensato di relegarla all’ultimissimo paragrafo, in fondo alla pagina. Fuori dall’infografica. Eppure l’istituto Ipsos sottolinea l’importanza di quel dato: «Sono oltre 4 italiani su 10 a giudicare i media italiani come troppo sbilanciati nei confronti dell’Ucraina e solo un quarto giudica oggettiva la nostra informazione».

I tre quarti degli intervistati, insomma, non sono soddisfatti dell’informazione che ricevono. La trovano parziale, sbilanciata. La questione viene spesso declassata a “roba per addetti ai lavori”, eppure pluralismo e qualità dell’informazione sono colonne portanti della democrazia di un Paese.

Che abbiamo un problema con l’informazione ce lo dicono ogni giorno giornali e telegiornali appiattiti sulle posizioni governative. E, attenzione, a pensare o dire “non è vero, le tv e i giornali danno spazio anche a chi la pensa diversamente dal governo e dalla maggioranza”. Il punto non è la possibilità di esprimersi nei talk (si ringrazia per la gentile concessione, sic!) ma come le notizie vengono “costruite”, fabbricate nel vero senso della parola.

Oggi quasi tutti i partiti del Paese, da destra a sinistra, stanno insieme appassionatamente sull’invio di armi in Ucraina. E l’informazione corrisponde esattamente al quadro politico: tutti i tg insieme appassionatamente. Ma il compito dei giornalisti non era fare il cane da guardia del potere politico?