Liste di proscrizione crescono

di Raimondo Bultrini

In Italia si denunciano pubblicamente i “filo-putiniani” con tanto di liste di proscrizione, dato che all’inizio di maggio il Foreign Office inglese ha applicato un pacchetto di sanzioni chiesto da Boris Johnson contro i “propagandisti”. Tra i sanzionati Brian McDonald, responsabile irlandese del desk in inglese di Russia Today (che qui in Asia è stata tolta dall’etere per sostituirla con la TRT turca), Mikhail Leontiev del programma Odnaki sul Primo Canale, e Nailya Asker-Zade dell’emittente pubblica Vgtrk, oltre ad alcuni reporter di guerra e varie organizzazioni accusate di “disinformazione bellica online”, come Strategic Culture Foundation, SouthFront e l’agenzia InfoRos. Anche la Commissione Ue ha redarguito i media degli Stati membri che invitano giornalisti russi delle testate sanzionate.

Tornano in mente le liste di presunti terroristi e fiancheggiatori preparate dagli americani nel periodo della “Guerra al terrore” post 11 settembre condotta da Stati Uniti e paesi alleati con la supervisione della Cia. Pochi ricordano quanti errori e ingiustizie vennero commessi attraverso un sistema che – sebbene considerato illegale dal Dipartimento di Giustizia Usa – non è mai stato eliminato formalmente. Permetteva all’agenzia di intelligence di operare nel nostro e altri paesi di tutto il mondo le famigerate “Extraordinary rendition”, o “Consegne straordinarie”, ovvero “rapimenti forzati in un’altra giurisdizione e trasferimento in un terzo stato” (molti finirono in Egitto, Siria e Libia, altri direttamente a Guantanamo) in barba a leggi e regolamenti nazionali. Il senatore svizzero Dick Marty a capo della commissione d’inchiesta del Consiglio europeo espresse il severo “dubbio che i governi europei, o almeno i loro servizi di intelligence, non fossero a conoscenza” del rapimento da parte della CIA di almeno “cento persone” (furono in realtà molte di più) sul territorio dell’Unione e “della loro successiva consegna in paesi dove potrebbero essere torturate”. Infatti lo furono, con testimonianze provate di sodomia e crudeltà inaudite spesso contro innocenti, compresi personaggi che negli ultimi due o tre anni sono stati non solo liberati ma messi nelle commissioni che hanno condotto la trattativa americana con i Talebani dell’Afghanistan per la “transizione”, dopo l’abbandono del paese da parte delle truppe Usa.

Lo stesso già citato senatore Marthy definì “un esempio perfetto di Consegna straordinaria”, l’arresto a Milano nel 2003 di Hassan Mustafa Osama Nasr (alias “Abu Omar”), prelevato da un furgone, portato da Aviano in Germania e da qui in Egitto dove venne ridotto – parole sue – a “un relitto umano” prima di essere rilasciato con tanto di rimborso per le violenze subite ingiustamente, essendo del tutto innocente come tante altre vittime di quel programma.

Se il raffronto tra le liste di proscrizione dei presunti “filo-putiniani” e quelle dei “presunti terroristi” Cia sembrerà eccessivo e paradossale, al tempo delle “consegne straordinarie” di innocenti presi in tutta Europa e altrove dagli 007 americani, l’allora primo ministro italiano Silvio Berlusconi fu chiamato dal segretario alla Difesa americano Robert Gates preoccupato per le indagini sulle attività Cia. Il nostro premier gli rispose che stava “lavorando duramente per risolvere la situazione”, ma che il sistema giudiziario italiano era “dominato dalla sinistra”. Se c’è un paradosso, è che oggi anche lui si ritrovi nelle liste nere dei filo-Putin di casa nostra.