“Vogliamo giustizia”, gli studenti dell’Enzo Rossi denunciano episodi di molestie nella loro scuola

di Giunio Panarelli

“Se ti pieghi così mi provochi”, dice un professore a una sua alunna minorenne. In pieno giorno. In classe.  Si tratta solo di uno dei tanti episodi di molestie verbali denunciati dagli studenti del liceo artistico Enzo Rossi di Roma.

Oggi al termine della scuola gli alunni si sono ritrovati fuori dall’istituto per denunciare quanto subito dai loro compagni. Le accuse sono emerse durante l’occupazione della scorsa settimana (iniziata per denunciare le gravi carenze strutturali e di organico della scuola): parlando tra loro i ragazzi hanno infatti scoperto come un professore abbia molestato verbalmente diversi studenti. “Sono una trentina le segnalazioni di cui siamo a conoscenza. Ma solo in pochi hanno deciso di denunciare”, spiega Francesca (nome di fantasia). Lei è l’unica delle vittime a essere presente al raduno. “Doveva venire anche un’altra, ma sta male e non se l’è sentita”, ci spiegano le amiche.

Anche per Francesca non è semplice raccontare quello che è successo. Ha 17 anni. Ne aveva 15 quindi durante una verifica di recupero chiese al professore: “Gliela do?”. “Non in questo contesto”, era stata la risposta del docente che aveva gelato la classe. Quando arriva il momento del suo intervento Francesca non se la sente. La pressione è troppa. Piange e le amiche la consolano.

“Il fatto che ancora non ci sentiamo in grado di denunciare pubblicamente quello che ci succede è parte del problema”, tuona dal megafono Teresa, 17 anni, studentessa e attivista dell’organizzazione studentesca Osa. Poi prosegue e legge il messaggio di un’altra delle ragazze molestate: “Sono stata vittima di molestie verbali da parte di un professore, ero più piccola frequentavo il terzo liceo. Si permise di dirmi che lo provocavo se mettevo pantaloni aderenti e che la mia faccia gli suscitava strane fantasie che non si è limitato a dirmi del tipo ‘ti legherei mamma mia’”.

Dal messaggio traspare tutto “il disgusto e l’astio nei confronti di questo professore tanto che anche lui evidentemente se ne accorse e iniziò ad abbassare i voti”.

Gli episodi denunciati dai ragazzi sono diversi. Oltre al sessismo, c’è l’insofferenza per i disabili. Fino a sbottare con una delle vittime: “I disabili come te dovrebbero stare nei forni”.

Fuori dalla scuola un gruppetto di professori ascolta le denunce. “Non ne sapevamo niente, ma se fosse confermato sarebbe molto grave”, dice uno di loro mentre un collega aggiunge: “Vogliamo vederci chiaro anche noi. L’Enzo Rossi siamo anche noi docenti”. Nel frattempo è giallo sul destino del professore accusato. Parlando al telefono con i giornalisti presenti, la vicepreside Luciana Bascià rifiuta di dare dettagli: “Al momento è assente. I motivi non c’entrano con le denunce di questi giorni”. I ragazzi dicono di avere più volte denunciato quanto avveniva. “Siamo aperti a parlarne con loro quando lo vorranno”, dice lei. Loro sono fuori. Lei è dentro. Forse basterebbe uscire.