Verona, Congresso delle famiglie. Fuori dal Palazzo della Gran Guardia, dove è in corso il XIII World Congress Of Families, la kermesse degli oltranzisti di ultradestra e nostalgici del cristianesimo, si affolla una variegata umanità. C’è anche chi si accompagna a oggetti inusuali come la “croce della fine dei tempi malvagi”. La dottoressa ultracattolica Antonella Vian la porta in spalla per difendersi dai “mali dei nostri tempi corrotti”: aborto e divorzio in testa, responsabili della malvagità del presente, così come gli omosessuali “che una volta destavano scandalo”, mentre oggi vige la libertà di costumi. “Guai a voi c’è scritto nel Vangelo, quando il male sarà visto bene e il bene sarà visto male. Ci siamo arrivati, con l’eutanasia di Eluana Englaro”.
A un certo punto una giovane prova a dibattere con la dottoressa, provando a introdurre alcuni distinguo sul caso dell’aborto, ma la condanna di Vian è senza appello: “La legge 194 è un abominio. Una legge dell’uomo, non di Dio, che il buono e il bravo per eccellenza. Perché i diritti del bambino” – dice riferendosi al feto – vengono calpestati? Invece di pensare alla madre, chiediamo a lui se vuol essere fatto a pezzetti?”