Christian Raimo: «Sgomberiamo Casapound da via Napoleone III e mettiamoci i rom»

Lo scrittore e assessore del III Municipio parla di Torre Maura, di Casal Bruciato, della segregazione dei rom nella Capitale e di fascismo e antifascismo. E conclude con una proposta-provocazione sullo stabile di via Napoleone III

Christian Raimo, giornalista, insegnante e scrittore, è attualmente assessore alla cultura nel III Municipio per la Giunta di Giovanni Caudo. A breve uscirà il suo libro “Contro l’identità italiana”. In questa intervista rilasciata a Servizio Pubblico parla di Torre Maura e di Casal Bruciato, di fascismo e antifascismo e di una “modesta proposta” – come quella di Swift – per il palazzo di via Napoleone III attualmente occupato da Casapound e che, secondo il cronoprogramma del ministero e il ritmo attuale degli sgomberi, dovrebbe ritornare alla proprietà pubblica nel 2030.

“Torre Maura è un quartiere enorme, che conta 20mila persone, il razzismo esiste ma perché esiste come parte forte del discorso pubblico”, spiega Raimo, sottolineando che l’intervento stesso del 15enne Simone, quando ha detto che la situazione di degrado del quartiere non è certo colpa dei rom, sintetizza il bisogno di complicare e articolare la questione.

municipio III striscione simone

“Ci sono diverse culture che hanno avuto storie diverse a Roma. I Rom non sono stranieri ma cittadini italiani nella maggior parte dei casi, ma vivono sulla loro pelle una storia ventennale di segregazione nella Capitale. La sperimentazione dei campi nomadi fuori dal Raccordo Anulare hanno creato un modello di razzismo contemporaneo, che non è stato superato dalla Giunta Raggi”, aggiunge lo scrittore. “E se a questo aggiungiamo il razzismo di Stato di questo governo comprendiamo come sia difficile pensare che ci possa essere un rapporto pacificato in situazioni del genere”, conclude.

Raimo poi ci tiene a sfatare il mito dell’«occupazione delle periferie» da parte di Casapound: “Ci sono pochi esponenti di Casapound che non soltanto gettano benzina sul fuoco ma portano la tanica di benzina e cercano un posto dove versarla. Ma non è vero che sono radicati sul territorio”. E la sinistra? “Deve recuperare una funzione pedagogica, la politica non è soltanto l’amministrazione”.

Infine Raimo parla della sua proposta-provocazione: sgomberare Casapound da via Napoleone III per aprirci un centro d’accoglienza per i rom: “Io non penso che l’antifascismo possa essere una dichiarazione d’intenti. Per me è un valore che vorrei fosse condiviso dai fascisti, nel senso che l’obiettivo di un antifascista è educare un fascista a pensare che si possa essere antifascisti”.

christian raimo casapound

“Per questo paradossalmente mi piacerebbe che intorno a quel posto si creasse una cultura antifascista talmente forte da renderlo un obbrobrio. I fascisti di Casapound bisogna conoscerli e anche dargli una dignità politica, sentire le loro idee e pensare che siano ributtanti trovando idee antagoniste alle loro. Altrimenti hanno vinto loro”.

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