Lega, il caso del sindaco-senatore di Visso. Dove sono finite le donazioni per i terremotati?

Metamorfosi lega
Metamorfosi lega

Avete presente Totò quando vende la Fontana di Trevi? Ecco, il sindaco di Visso, in provincia di Macerata, ricorda un po’ la grande maschera del cinema italiano. Che c’entra Visso con il viaggio nella Lega inquinata del Sud? È vero, geograficamente non c’entra nulla eppure c’è una idea comune che unisce la peggiore cultura del bene pubblico del sud con questo sindaco leghista di un paese disgraziato ma pur sempre del centro Italia, colpito dal terremoto, e gestito da un «privato cittadino».

La storia, di cui hanno già parlato “Il Fatto” e “Le Iene”, è incredibile: visto che il terremoto lo ha costretto a lavorare da sindaco quasi tutto il giorno, il nostro, che oggi è stato premiato con un seggio di senatore dalla Lega, Giuliano Pazzaglini, si è dimesso dal suo impiego di promotore finanziario e ha costituto una società al 50% con il presidente della Croce Rossa che vende anche pacchi dono di solidarietà senza che i profitti finiscano ai terremotati. Pazzaglini e il presidente CRI Giovanni Casoni sono indagati, naturalmente, e la Procura di Macerata sarebbe pronta a chiederne il rinvio a giudizio. Ecco un passaggio della lettera che il sindaco consegna ai consiglieri comunali il 24 ottobre del 2017 e che discute in consiglio comunale, come ultimo punto all’ordine del giorno della seduta, perché «la presente comunicazione è di carattere personale».

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È la lettera in cui Pazzaglini teorizza la necessità di trovare un lavoro che gli garantisca un reddito perché è impegnato tutto il giorno a fare il sindaco per affrontare le incombenze di un amministratore di un comune terremotato. La società di cui parla si chiama “Sybil Project srl”. Ed è la stessa che troviamo esposta in prima persona nell’acquisto delle casette in legno che saranno donate ai commercianti che con il terremoto hanno visto i loro locali distrutti. Ed è anche furba, la società, perché è in grado di elaborare una “pubblicità ingannevole” perfetta. Sui pacchi alimentari in vendita la “Sybil” aveva scritto: «Ripartiamo da qui. Pacco solidale sisma». Torniamo alle casette, che passano di mano e finiscono alla società “Sibil Iniziative” del solo presidente della CRI Casoni, e che a sua volta le vende alla Pro Loco di Visso. Nelle chat del sindaco si accenna a un costo unitario di 3.500 euro per ogni casetta (quando su google se ne trovano identiche a 900 euro l’una). La “Sibil Iniziative” fattura 31.900 euro per l’acquisto di 15 casette. Peccato che 6 sono state donate da alcuni comuni del Nord.

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Qualcosa non quadra, e la Procura di Macerata crede di aver capito cosa. Tutte le donazioni generose ai terremotati (120.000 euro) di Visso, vengono dirottate sul conto corrente della Pro Loco, e con quei soldi l’amministrazione locale organizza eventi. Addirittura si inventa una pista di ghiaccio sintetico. La gestione “personale” del bene pubblico si confonde con quella del sindaco eletto dalla comunità di Visso. Il massimo esempio agli atti della inchiesta di Macerata si raggiunge con un motoraduno organizzato per una sottoscrizione ai terremotati. Quasi 12.000 euro in contanti vengono affidati «al privato cittadino» Giuliano Pazzaglini, cioè il sindaco. Indagato per peculato, al sindaco è stato sequestrato un conto corrente il 14 gennaio scorso. Sono stati congelati così 10.300 euro. Pazzaglini si è difeso così: «Non ho percepito 11.800 euro come sindaco, ma come privato cittadino sono diventato custode della somma che ho utilizzato per lavori in economia alle casette nell’area del laghetto di Visso. Mi era stato chiesto di usarli evitando le pastoie della burocrazia e così ho fatto. La rendicontazioni? Al momento non la trovo». E non l’ha trovata neanche dopo mentre il Riesame ha confermato il sequestro del conto corrente. Anche se il suo legale, l’avvocato Giulianelli, aveva giustificato quei soldi non rendicontati: «Li ha usati per allestire il palco durante la festa patronale e per altre spese a favore dei commercianti».

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Ricordo una pubblicità degli anni Sessanta di Carosello: «Arrigoni si compra a scatola chiusa». Ecco, Pazzaglini ricorda quella pubblicità. Vorrebbe che si credesse alla sua versione anche in assenza di prove. Addirittura, il presidente del gruppo di motociclisti che promosse il motoraduno, un ex assessore di Porto Recanati, si è spinto a sostenere l’incredibile: «Noi abbiamo chiesto al sindaco che quei soldi non venissero messi nelle casse comunali».