Passarelli: “Salvini ammicca all’estrema destra e la Lega perde 6 sezioni su 10”

Il professor Gianluca Passarelli è autore, insieme a Dario Tuorto, del testo accademico “La Lega di Salvini. Estrema destra di governomesso all’indice dai leghisti dell’Emilia Romagna in quanto contenente “gravissimi attacchi” al partito e a Matteo Salvini. Caratteristiche che, secondo i consiglieri regionali del Carroccio, lo rendono non idoneo a essere testo d’esame all’università, mentre i docenti “sono tenuti a un dovere di lealtà verso lo Stato”.

“C’è una Carta costituzionale che garantisce il mio diritto di espressione e soprattutto di ricerca”, sottolinea Passarelli alle telecamere di Servizio Pubblico. “E soprattutto si tratta di un testo scientifico, non di un pamphlet politico. La letteratura internazionale inserisce la Lega nella famiglia dei partiti di estrema destra da almeno quindici anni. In Italia, invece, Paese di smemorati e di “contemporanei” diceva Indro Montanelli, ci dimentichiamo quel che è successo appena una settimana fa”.

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Come il fatto che Matteo Salvini, “il ministro alla falsificazione storica, come lo chiamo io, abbia detto, mentendo o per scarsa conoscenza, che il 25 aprile è una festa tra comunisti e anticomunisti. E invece è la vittoria sul nazifascismo”, puntualizza Passarelli. “C’è poi una copertura, oramai chiara, dei gruppi di estrema destra. Lo dimostra l’atteggiamento differente adottato dal ministro quanto a contestarlo è una ragazzina di 17 anni che lo canzona e a cui è stato sottratto il telefono dalla Digos, utilizzata come se fosse la polizia personale del ministro, e invece quando una poliziotta a Verona viene attaccata da un manifestante un po’ alticcio e non viene garantita nella sua dignità di funzionario dello Stato”.

“Se vuole veramente essere un uomo di Stato, Salvini dovrebbe abbandonare queste derive e prendere a riferimento esponenti della destra conservatrice europea: Kohl, Sarcozy, Thatcher e non l’estrema destra italiana, di cui il paese non ha bisogno”.

La Lega pare avere oggi il vento in poppa, ma non è detto che il futuro sia poi così roseo. “Il problema della Lega oggi si chiama Matteo Salvini, che ha centrato tutto su se stesso. La Lega che si vanta di essere un partito radicato sul territorio ha perso il 66% delle proprie sezioni. C’è una parte del partito che accetta Salvini di buon grado perché, come diceva Max Weber, finché il leader ha successo è intoccabile, ma nei momenti di magra potrà avere due problemi: il partito e il Nord“.